Utilizzo improprio dei permessi Legge 104

cosa dice la Cassazione

Cosa dice la legge

Oggi affronteremo un tema di grande rilevanza per i datori di lavoro: l'utilizzo corretto dei permessi concessi dalla Legge 104/1992 per l'assistenza ai familiari disabili. La recente ordinanza n. 6468 del 12/03/2024 della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti in merito, ribadendo i principi fondamentali che devono guidare l'applicazione di questa normativa.

Il caso all'origine della pronuncia

La vicenda trae origine dal licenziamento disciplinare intimato nel 2016 da BPER Banca S.p.A. alla dipendente A.A., motivato da assenze ingiustificate e anomali allontanamenti dal posto di lavoro, soprattutto in connessione con la fruizione di permessi ex Legge 104/1992 per l'assistenza ai genitori disabili.

Nei primi due gradi di giudizio, il Tribunale e la Corte d'Appello dell'Aquila ritennero legittimo il licenziamento, accertando che la lavoratrice non aveva effettivamente prestato assistenza ai genitori nelle ore di permesso, dedicandosi ad altre attività. In particolare, la Corte d'Appello ha sottolineato che, pur senza richiedere una perfetta coincidenza tra ore di permesso e assistenza effettiva, la carenza di assistenza per una buona parte delle ore di permesso retribuito non poteva essere giustificata.

La pronuncia della Cassazione

L'ordinanza della Cassazione ribadisce principi fondamentali sull'utilizzo dei permessi ex Legge 104/1992:

- Devono essere fruiti esclusivamente per l'assistenza al familiare disabile, pena la configurazione di un uso improprio o abuso del diritto.

- Deve sussistere un nesso causale diretto tra l'assenza dal lavoro e l'effettiva assistenza prestata.

- In caso contrario, si integra una grave violazione dei doveri di correttezza e buona fede nei confronti del datore di lavoro e dell'ente previdenziale.

Pertanto, l'utilizzo di tali permessi per finalità diverse dall'assistenza al disabile può costituire giusta causa di licenziamento, come confermato nel caso esaminato.

I chiarimenti della Cassazione

La Suprema Corte sottolinea che il datore di lavoro sopporta inevitabili sacrifici organizzativi per consentire la fruizione di questi permessi, giustificabili solo in presenza delle esigenze tutelate dalla normativa. Ove manchi il nesso causale tra assenza e assistenza al disabile, il lavoratore non solo trasgredisce le finalità della legge, ma tradisce anche la fiducia riposta dal datore di lavoro.

L'accertamento, in concreto, dell'esercizio abusivo dei permessi, difformi dalla natura e finalità per cui sono concessi, appartiene alla competenza del giudice di merito. Tuttavia, la Cassazione ribadisce che la pretesa di un sindacato di legittimità sul punto esorbita dai suoi poteri.

La Corte ha inoltre affrontato la questione dei controlli operati tramite agenzie investigative, ritenendoli legittimi se finalizzati a verificare comportamenti che possano configurare ipotesi penalmente rilevanti o attività fraudolente, come nel caso dell'accertamento dell'utilizzo improprio dei permessi ex art. 33 Legge 104/1992 da parte di un dipendente.

Concludendo….

Questo caso evidenzia l'importanza di prestare la massima attenzione al corretto utilizzo dei permessi ex Legge 104/1992. È fondamentale adottare misure per garantire il rispetto delle norme e prevenire eventuali abusi all'interno delle aziende.

Se avete dubbi o necessitate di supporto, prenotate una consulenza con i nostri esperti. Vi guideremo verso una piena conformità alle normative vigenti, tutelando i vostri interessi e quelli dei vostri dipendenti.

CdL Roberto Rossi

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